Il tempo sarà galantuomo con Elena Bono

Giorno dopo giorno il tempo compie il suo lavoro rimettendo a posto le cose che gli uomini tirano fuori senza criterio. Scorre, passa, con lui le mode e le generazioni, e ciò che ieri veniva osannato oggi è messo da parte senza che alcuno batta ciglio. Ciò che era dimenticato è ricordato, ciò che era nascosto è ritrovato. Gli inganni vengono svelati, e un giorno, fosse anche l’ultimo giorno, coloro che hanno speso la vita al servizio dell’uomo e della sua sete eterna di risposte, verranno riconosciuti; coloro che hanno amato più la gloria del vero, verranno ripudiati. Quel giorno finalmente si capirà chi era Elena Bono.

Autrice dimenticata, incompresa, rinchiusa nel ghetto della letteratura religiosa ma tra le voci più belle della letteratura italiana del Novecento. Del 1952 è il suo esordio con Garzanti con la raccolta poetica I galli notturni, che riscuote un grande successo in Italia. L’interesse internazionale arriva nel 1956 con la pubblicazione di Morte di Adamo, opera tradotta in inglese, francese, spagnolo, arabo e greco. Scrive libri di narrativa, poesia e teatro e per molti anni collabora intensamente con Garzanti tanto da essere considerata la scrittrice di punta, insieme a Pasolini, della casa editrice milanese. A partire dagli anni settanta la critica si dimentica di lei, ed è proprio alla luce di questa mancanza di riconoscimento, di quello che agli occhi del mondo appare un fallimento, che Elena Bono ha potuto rendere la sua testimonianza più bella, di scrittrice al servizio di un’ispirazione imperativa, al servizio esclusivo della Parola.

Scrittrice per vocazione, era nata a Sonnino nel Lazio il 29 ottobre 1921, figlia di un noto studioso di letteratura classica, Francesco Bono, e di Giselda Cardosi. Parte dell’infanzia la passò a Recanati vicino all’amato Giacomo Leopardi, fino a quando si trasferì in Liguria, a Chiavari, dove rimase per il resto della vita. E’ morta il 26 febbraio del 2014 presso l’ospedale di Lavagna, all’età di 92 anni. Sorretta da una fede profonda — era terziaria francescana — aveva chiesto di essere sepolta con lo scapolare francescano e con l’inseparabile rosario.

 

Per poter fare la conoscenza di questa autrice, di seguito sono raccolti alcuni brani di interviste da lei rilasciate negli ultimi anni della sua vita, capaci di restituire almeno l’ombra della bellezza della sua persona, la testimonianza di una scrittura che si fa vera arte proprio perché, contrariamente a quanto si pensa, non inventa nulla ma obbedisce, sottostà ad una realtà che la precede e che le si fa incontro. Vai all’intervista

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